Il fondamentale contributo dei Comuni nella lotta al cambiamento climatico

comuni-cambiamento-climatico-1170x658Articolo pubblicato su “BAI Blog – su concessione della rivista Uni-Versum” (www.baiblog.it) – 03/08/2016

Pensare globalmente e agire localmente”. Correva l’anno 1992 e con questo principio si era conclusa la famosa conferenza ONU di Rio de Janeiro sui cambiamenti climatici. Una visione giusta, ma che nei fatti ha faticato non poco a essere concretizzata. L’idea di base era quella di avviare delle politiche partecipate di contrasto al cambiamento climatico partendo dai singoli Comuni, nella convinzione che, se tutte le realtà locali avessero collaborato per uno stesso fine (la riduzione dei gas ad effetto serra), il risultato sarebbe stato raggiunto, e si sarebbe effettivamente avviato un processo di sviluppo sostenibile delle città. Le difficoltà furono molteplici e non solo di natura economica. Ci furono problemi di coordinamento e fu difficile implementare i vari progetti rimasti spesso troppo astratti. Inoltre, la normativa non sempre venne in aiuto e anzi, il più delle volte mancarono gli incentivi per avviare e sostenere progetti di produzione di energia rinnovabile.

Oggi, a più di vent’anni di distanza, scopriamo che in Italia qualcosa in questa direzione è stato fatto, e che i risultati ottenuti sono decisamente incoraggianti. Leggendo l’ultimo rapporto di Legambiente sui Comuni Rinnovabili, si scopre ad esempio che nel nostro Paese 39 Comuni sono “100% rinnovabili”, ovvero producono energia pulita in quantità tali da soddisfare completamente tutti i consumi energetici dei cittadini e delle imprese locali. Sono paesi e città dove la combinazione di impianti diversi (eolico, idroelettrico, solare, fotovoltaico, biomassa) ha permesso di raggiungere il 100% di energia da fonte rinnovabile, sia per gli usi termici che per quelli elettrici. La quasi totalità di questi Comuni sono situati al Nord, nelle regioni del Veneto, del Trentino-Alto Adige, della Valle d’Aosta e qualcuno anche in Toscana. Tra i principali segnaliamo Brunico (BZ), Dobbiaco (BZ), Val di Vizze (BZ), Radicondoli (SI), Castelnuovo di Val di Cecina (PI). Questa disparità tra regioni è dovuta al fatto che ogni Regione ha autonomia decisionale in materia energetica, e il quadro che appare in Italia è molto diversificato da territorio a territorio.

Risultato ancora più incoraggiante è quello relativo ai “Comuni del solare”. Sono infatti 1.400 le aree urbane dove l’installazione di impianti fotovoltaici ha superato i fabbisogni elettrici delle famiglie residenti. Tra questi guida la classifica il piccolo Comune di San Bellino (RO) con 71,3 MW di energia prodotta.

Altro dato sorprendente è quello relativo ai “Comuni delle bioenergie”: 3.137 Comuni che hanno installato impianti di produzione di energia verde con potenza complessiva di 2.983 MW elettrici, 1.394 MW termici e 415 kW frigoriferi. Per bioenergie si intendono gli impianti che utilizzano biomasse solide, liquide e gassose per produrre energia; tra questi gli impianti a biogas sono quelli maggiormente diffusi nel nostro Paese. Dal rapporto, realizzato in collaborazione con GSE Spa (Gestore dei Servizi Energetici) e ENEL Green Power, si evince che gli impianti a biomasse hanno consentito nel 2015 di produrre circa 20 TWh di energia, pari al fabbisogno elettrico di oltre 7,7 milioni di famiglie.

Ma ciò che rende meglio l’idea dei passi avanti fatti dal nostro Paese è che in Italia in dieci anni il numero di Comuni in cui è stato installato almeno un impianto da fonti rinnovabili è passato da 356 a 8047, portando la crescita delle fonti rinnovabili dal 15 al 35,5%.

Il Comune di Montechiarugolo

Dando uno sguardo al nostro territorio, ci accorgiamo che il Comune di Parma si piazza bene nella classifica dei Comuni del solare, ma meglio ancora ha fatto il Comune di Montechiarugolo, situato a pochi chilometri di distanza dalla città ducale, anche se quest’ultimo non viene esplicitamente citato nel suddetto rapporto. In questo Comune di 10.000 abitanti dal 2014 si coprono interamente i consumi elettrici locali e l’eccesso di energia – il 250% – viene messo in rete e venduto, e fa entrare nelle casse comunali quasi un milione di euro l’anno. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie alla realizzazione di numerose attività in campo energetico. Tra queste ricordiamo i vari impianti fotovoltaici Helios (il più significativo è stato Helios 2 con 1.913 kWhp di potenza installati in una ex-cava) e la sostituzione delle lampade comunali ad alto consumo con fari LED a risparmio energetico. Quello di Montechiarugolo è un bell’esempio di Comune virtuoso, un modello ben descritto nel libro “La Centrale Invisibile” (ed. EMI) dell’ex-assessore all’ambiente Maurizio Olivieri.

Andrea Merusi

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Per gentile concessione della Rivista UNI-VERSUM /Diabasis edizioni Parma

Rubrica: Sguardi verso un domani sostenibile


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