A proposito di allenze e qualche consiglio (non richiesto) agli amici di Europa Verde

Nel giorno in cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) annuncia che il 2022 è l’anno più caldo di sempre, non può che fami piacere sapere che il partito di Europa Verde ha ribadito la volontà di presentarsi in alleanza col Partito Democratico alle prossime elezioni nazionali del 25 settembre.

Le note positive però, per il momento, finiscono qui. Nel campo del centrosinistra si stanno vedendo sconfortanti scene di litigi e ricatti. Dinamiche che fanno bene solo agli avversari e che spianano la strada ad una facile vittoria delle destre.

Sono litigi che interessano solo ai partiti stessi e ai giornali. Lo dimostra il fatto che guardando le ricerche di tendenza fatte con Google in data 5 agosto, tra i primi 7 risultati non c’è traccia di notizie politiche e il podio se lo contendono: le estrazioni del superenalotto, il conflitto israeliano nella Striscia di Gaza e un curioso “Maldive resort libraio scalzo”.

Forse in piena estate è giusto così, ma la siccità che vedo tutti giorni, da ormai troppi giorni, non aiuta a distrarmi e mi riporta alla mente l’urgenza di contrastare il cambiamento climatico in atto e l’importanza di una politica che metta al primo posto le tematiche ambientali.

Per cui, nonostante sia ancora un elettore del PD e nonostante le mie speranze che proprio il Partito Democratico si faccia promotore di efficaci politiche di contrasto al cambiamento climatico, mi stanno a cuore le sorti di Europa Verde perché sono convinto che se anche in Italia ci fosse un partito dei Verdi grande e determinante come in altre parti d’Europa (vedi Germania) tutto il Paese ne gioverebbe.

Così mi permetto di dare qualche consiglio (non richiesto) agli amici di Europa Verde. E la prima osservazione che faccio è: “perché se Europa Verde ha due portavoce: Eleonora Evi e Angelo Bonelli, in questi giorni di trattative e alleanze si sente parlare solo e soltanto il sig. Bonelli?” Non ho nulla di personale contro di lui ma constato che è già stato presidente dei Verdi dal 2009 al 2018, e sono quindi più di dieci anni che rappresenta il principale partito ecologista in Italia con risultati oggettivamente molto deludenti sia a livello di consensi che elettorali. Non sarebbe il caso di dare più spazio politico e mediatico alla giovane Eleonora Evi? E perché non cercare di portare all’interno dello storico partito (di fatto i Verdi in Italia nascono nel lontano 1990), personalità carismatiche e di spessore come Edo Ronchi (a mio parere il miglior Ministro dell’Ambiente) e due attiviste della politica italiana come Rossella Muroni e Elly Schlein?

Se Europa Verde diventasse anche in Italia un partito dai consensi in doppia cifra potrebbe diventare l’unico vero alleato del Partito Democratico e si potrebbe fare a meno degli pseudopartiti personalistici che alimentano quell’insopportabile teatrino di litigi di cui sopra.

Torno alla realtà e purtroppo constato che le cose stanno molto diversamente da come vorrei. Europa Verde in Italia è quotata intorno al 3% per cui se non si allea con qualcuno rischia di non riuscire nemmeno ad eleggere un parlamentare. Il PD è l’unico vero partito di centrosinistra che può arginare l’avanzata della destra in Italia ma da solo non può fare molto per cui “il campo largo” voluto da Enrico Letta resta l’unica strada percorribile per provare a vincere le elezioni di settembre. Le premesse, per ora, non sono delle migliori.


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