Il saluto che mi hai fatto la settimana scorsa è l’ultimo di una lunga serie di ricordi che conserverò gelosamente. Ormai da giorni passavi le giornate assopita, ma quando hai visto me, Davide e Irene, ti sei risvegliata per pochi secondi e ci hai salutato alzando la mano. Nel mio eterno contrasto tra mente e cuore sapevo che quello sarebbe stato il tuo ultimo saluto, anche se fino all’ultimo ho sperato in una sorprendente ripresa. Ma la ragione non sbagliava e così ho scattato qualche foto nel salotto, immortalando Davide che si arrampicava sul tuo divano e sullo sfondo il quadro che tanto mi piace; sentivo che non avrei più rivisto quella casa insieme a te.
Te ne sei andata in silenzio, apparentemente serena, come se avessi deciso di uscire di scena senza disturbare e rassicurandoci un’ultima volta.
Tante cose se ne vanno via con te ma, a conti fatti, molte di più sono quelle che restano: i racconti, i regali, le foto, gli oggetti, i sorrisi, i tuoi insegnamenti e il tuo esempio. Resta il ricordo di una donna forte che faticava tanto e non si lamentava mai, capace di fare bene tantissime cose, capace di commuovere e rassicurare. Resta il ricordo di una mamma, una nonna, una bisnonna dalla tenerezza infinita.

Così se ne va anche la seconda protagonista del mio primo libro “Due storie, per non dimenticare” e pur sapendo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, mi trovo un po’ spiazzato, come quando si perde un modello di riferimento. Porto con me un unico rimpianto: quello di non averti più abbracciato da quando è iniziata questa maledetta pandemia.
Non so cosa ti succederà adesso. C’è chi crede che tutto continua in un’altra dimensione, in un altro modo, in un luogo più giusto. E c’è chi crede che tutto finisce, perché tutto quello che ha un inizio deve per forza avere una fine. A me piace pensarti già seduta al tavolo con il nonno, pronta a riprendere quella partita a carte che avevate interrotto tanti anni fa. Perché quelle partite, che ricordo già da bambino, erano forse l’unica cosa che sembrava non finire mai: avevano un inizio ma mai una fine.
Nel caso ti mando un grande abbraccio, addio cara nonna Maria e porta il mio saluto anche al nonno.
PS: la foto è stata scattata nell’ottobre 2009, nel giorno della mia laurea specialistica in Ecologia. Uno dei giorni tra i più belli della mia vita, anche perchè l’ho festeggiato con ancora entrambe le nonne. A sinistra mia nonna Maria Bonardi, a destra mia nonna Marina Chittolina: le mie “protagoniste”.