L’estate 2015 volge al termine, anche se il sole di questi giorni e il cielo limpido di queste serate fanno pensare più alle vacanze estive che all’arrivo dell’autunno. Così mi sono ritrovato a pensare ai mesi appena trascorsi e soprattutto ai libri che ho letto.
Il primo è stato Il ragazzo che leggeva Verne, un bellissimo romanzo di Almudena Grandes che racconta la storia di un bambino spagnolo durante gli anni della resistenza contro il regime di Franco. Oltre al fatto storico di cui il libro svela numerosi retroscena che nemmeno immaginavo, il libro mi ha fatto pensare a come la vita spesso ci mette davanti a delle scelte che volenti o no ci cambiano e ci fanno diventare grandi, trasformano un bambino in un uomo, senza passi intermedi. Che sia una guerra, la conoscenza di una persona, una nuova città, la perdita di un parente, tutto ci trasforma e le scelte che facciamo determinano, almeno in parte, l’adulto che diventeremo.
Ho letto Un’estate più forte del silenzio di Enrico Gotti, giornalista di Parma che conosco di persona. E’ un libro che ha scritto dopo aver passato alcuni giorni al campo estivo organizzato dall’associazione Libera a Salsomaggiore, nel parmense. E’ un libro che parla di mafia, cancro del nostro Paese, ormai stabilmente presente anche al nord. Ma è un libro che racconta anche di ragazzi e ragazze di diversa età che diventano grandi e decidono di affrontare con coraggio e in prima persona uno dei principali problemi della nostra nazione. Giovani che però non sono lasciati soli ma sono accompagnati dagli anziani del SPI CGIL, anche loro presenti al campo. Si tratta di uno scambio di esperienze importanti tra generazioni diverse, raccontate sotto forma di storia di fantasia. Una bella idea, un libro interessante scritto molto bene.
Ma non potevo non leggere ed informarmi sull’ambiente e così ho divorato in poche ore anche il libro La centrale invisibile dell’insegnante ed ex-assessore all’ambiente del Comune di Montechiarugolo (PR) Maurizio Olivieri. L’autore, che conosco di persona in quanto facciamo entrambi parte degli Ecologisti Democratici del Pd, ha raccontato nel suo libro tutte le fasi di lavoro che ha coordinato durante il suo mandato al fine di rendere il Comune di Montechiarugolo (10.000 abitanti) completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, attraverso l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico) e interventi di efficientamento energetico. E’ un libro molto interessante che svela le difficoltà e i retroscena burocratici che un comune italiano deve affrontare per allinearsi a quelli che sono gli obiettivi internazionali del Protocollo di Kyoto per il contrasto al cambiamento climatico. E’ una sorta di manuale che dovrebbero leggere con attenzione tutti gli amministratori locali in quanto permette di capire come fare per arricchire le casse comunali (sempre più magre) riducendo gli sprechi, investendo sulla green economy e facendo del bene all’ambiente. Perfettamente in linea con i princìpi dello sviluppo sostenibile.
Infine, mal solo perché in ordine di tempo, sto finendo il libro La vita ti sia lieve, di Alessandra Ballerini, avvocatessa di Genova, impegnata nell’associazione Terre des Hommes e nel far rispettare i diritti delle persone migranti e dei profughi. E’ un libro che consiglio a tutti di leggere, soprattutto in questo periodo in cui la questione dei migranti è impropriamente sulla bocca di tutti e purtroppo mi rendo conto come televisioni e quotidiani distorgono la realtà delle cose, semplificando (in negativo) un fenomeno dei più complessi. Mi spiego: in TV e in internet vediamo solamente immagini di immigrati ammassati sui barconi, sporchi e disperati, che danno l’idea di gente disposta a tutto che viene nel nostro paese a rovinare la nostra tranquillità e a minacciare la nostra sicurezza. Si trascura completamente il fatto che stiamo parlando di persone, che stanno fuggendo da guerre e situazioni di povertà estrema (muoiono di fame e sete), che spesso hanno subito torture inimmaginabili e fuggono per salvarsi da una vita di violenze e prostituzione. Perché, come si legge nel libro, se sei una bella donna nata in Nigeria, la mafia locale ti mette gli occhi addosso e potrebbero venirti a rapire nella notte per sbatterti in strada. Com’è successo a una delle protagoniste del libro.
Alessandra Ballerini, che ho sentito parlare ad un incontro dell’associazione Libera, è brava, bravissima nel suo lavoro e nell’aiutare bambini e adulti in difficoltà. Vorrei diffondere questo libro e magari invitare Alessandra a presentarlo. Ci sto pensando seriamente. Per contrastare la cattiva informazione e le “frasi fatte” di tante persone, spesso politici, che urlano all’invasione senza neanche sapere di cosa stanno parlando.