Articolo pubblicato su “il Taccuino di Darwin” (www.iltaccuinodidarwin.com) 05/06/2015
Oggi, 5 giugno, è la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972 nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi ambientali e promuovere politiche sulla sostenibilità ambientale. Il tema di quest’anno è: Sette miliardi di sogni. Un pianeta. Consumare con moderazione. Sette miliardi sono il numero di persone che popolano la Terra e, come dichiarato dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, l’umanità continua a consumare le risorse naturali in maniera di gran lunga maggiore di quanto il pianeta possa offrirci in modo sostenibile. Molti degli ecosistemi della Terra sono arrivati ad un punto critico. E’ arrivato il momento di cambiare.
L’unica via percorribile è quella dello sviluppo sostenibile che – continua Ban Ki-moon – ha l’obiettivo di aumentare la qualità della vita per tutte le persone senza aumentare il degrado ambientale e senza compromettere le risorse necessarie alle future generazioni. Ciò è possibile se sostituiamo i nostri modelli di consumo con prodotti che consumino meno energia, acqua e altre risorse e se sprechiamo meno cibo.
Di sviluppo sostenibile se ne parla ormai da anni e viene spontaneo chiedersi se davvero viene seguito dai paesi economicamente più avanzati. Come siamo messi in Italia? Pochi giorni fa l´ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato la seconda edizione del rapporto “Il consumo di suolo in Italia – Edizione 2015” e dal documento emerge che il consumo di suolo continua a crescere in modo significativo, pur segnando un rallentamento negli ultimi anni. Il territorio e il paesaggio vengono quotidianamente invasi da nuovi quartieri, ville, seconde case, alberghi, capannoni industriali, magazzini, centri direzionali e commerciali, strade, autostrade, parcheggi, serre, cave e discariche, comportando la perdita di aree agricole e naturali ad alto valore ambientale, con un uso del suolo non sempre adeguatamente governato da strumenti di pianificazione del territorio e da politiche efficaci di gestione del patrimonio naturale. Tali dinamiche insediative non sono giustificate da analoghi aumenti di popolazione e di attività economiche. I dati mostrano la gravità della progressiva erosione della risorsa suolo a fini edificatori e infrastrutturali, con pesanti ripercussioni sul paesaggio e sull’ambiente. Cambiamenti praticamente irreversibili in gran parte dei casi, che incidono sulle funzioni del suolo e coinvolgono spesso terreni agricoli fertili.
Questi dati indicano un percorso contrario a quello indicato da Ban Ki-moon e a quello dello sviluppo sostenibile. E contrasta in maniera preoccupante con il fatto che proprio il 2015 è stato dichiarato dall’ONU “anno dei suoli”.
Molta strada c’è ancora da fare per sensibilizzare le persone e i decisori politici sulle tematiche ambientali e quindi ben vengano ricorrenze come quella di oggi. A queste iniziative però dovrebbero seguire maggiori impegni e fatti più concreti perché oggi più che mai c’è bisogno di un modello di sviluppo che permetta di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
Non dimentichiamolo.